Angelé
Il cognome è ricordato da P.Stomeo in Cognomi Greci nel Salento, vol I 76. Tronco di Angelelli, deriva dal greco Anghekos=Angelo e in Italia ha continuato nella variante Angelé, Angelini, Anghelé. In grecia sono presenti oggi i cognomi Anghelos Angheles, Anghelusis, Angheklnos,.
Si affaccia a Matino una prima volta (è solo una fugace apparizione) nel 1652 con Francesco Angelé che sposa Leonarda Cataldo e dal cui matrimonio nasce Isabella. La famiglia nnon ha continuità il cognome scompare dalla scena matinese. Riappare nel 1761 quando arrivò a Matino, proveniante da Neviano, un Michele Angelé, che sposò Tommasa Greco, il quale era vedovo e aveva già un figlio, Vito, del quale ignoriamo l’anno di nascita.
C’è da aggiungere che Michele, rimasto una seconda volta vedovo, si risposò con Rosa Grazia.
Di Vito Angelè, tranne che l’indicazione dell’occupazione di contadino, non siamo riusciti a sapere altro. Infatti,, per somma di sfortuna la famiglia non è presente nel Catasto Onciario di Matino perché il nucleo familiare ebbe origine nel 1761 (in Catasto Onciario è del 1745) e inoltre Vito morri nel 1805 senza che il parroco dell’epoca abbia indicato l’età. Sarebbe bastato che fosse morto quattro anni dopo per apparire nei registri comunali che hanno inizio nel 1809.
Il 6 ottobre del 1775 Vito sposa Anna De Blasi a cui, nel 1779 nasce Salvatore che diventa capostipite degli Angelé di Matino
ANTONACI
P.Stomeo in Cognomi greci nel salento scrive che, accanto ai classici patronimici con il suffisso in des, come Andreades= figlio di Andrea, vi sono altri di stampo popolare “acclimatati nel Salento per opera dei coloni bizantini… forma diffusa soprattutto a Creta.. ridotti nella forma diminutiva come appunto Antonakis= figlio di Antonio
Stessa origine hanno i cognomi Antonucci, Antonelli, Antonimi, ecc. La proliferazione dei derivati di Antonio nei nostri paesi la si deve giustificare con la devozione a S. Antonio Abate, venerato dai greci ortodossi che introdussero nei nostri paesi il culto dei santi orientali,
Cognome assai frequente nei secoli scorsii a Galatina, è da questo centro che avvengono migrazioni a Matino, a più riprese, nella prima metà del 700 e per tutto il secolo. Probabilmente tutti i fuochi che si originarono ebbero la stessa radice, visto che fra i battezzati delle varie famiglie ricorre spesso il nome Jacopo poco presente nei secoli scorsi nei nostri paesi.
Oggi si contano numerose famiglie originate da unJacopo Intonaci di Galatina che portò il cognome a Matino allorché, rimasto vedovo di Giuseppa Blanco, da cui aveva avuto ben otto figli, sposò Vita Marsano nell’anno 1714.
A Matino continuò ad esercitare il mestiere di conciatore di pelli come appare dal Catasto Onciario, dove si legge anche che il figlio “Diego, di 48 anni, sposo di Rosa Filippo, abita in casa propria, nella strada detta della Chiesa Nuova dei PP Domenicani…. Possiede stuppelli uno e uno e mezzo di terra vineata con alberi comuni detto Lo Sao … più stuppelli uno di terra con olive, alberi comuni e palmeto più stuppelli tre di terra alivata in loco detto Lo Matarrata… più un cavallo bajo castagno”
Un nipote ononimo del primo Giacomo, figlio di Diego, nel 1806 fu eletto insegnatore o maestro per impartire i primi rudimenti del leggere e dello scrivere ai ragazzi di Matino
BARONE
La famiglia, immigrata da Parabita, è antichissima ed è presente a Parabita sin dalla metà del Cinquecento con alcuni ceppi probabilmente originati da un unico antenato.
Da Carlo, figlio di Donato Antonio e di Ludovica Cocciante, nato nel 1963, discende quasi la totalità dei Barone di Parabita e dei suoi fratelli Domenico, nato nel 1629, e Leonardo nel 1617, hanno origine due rami dei Barone sviluppatosi a Matino, dove il cognome appare per la prima volta nel 1639 con il matrimonio fra Leonardo e Atonia Cataldo.
Il cognome è di origine germanica e significa “uomo libero” o “guerriero, combattente coraggioso, valoroso”
Esso nacque e si affermò in età franca e il titolo nobiliare ononimo non ha influito sul cognome in quale è antecedente al titolo stesso.
Venuta dalla Provenza al seguito di Carlo I d’Angiò, come attesta un diploma originale del 1279 conservato in Calabria, la famiglia Barone possedette casali in terra d’Otranto, tra i quali Cariano, Magliano, Diso e Vignacastrisi. Diede i natali a diversi uomini illustri fra cui va ricordato Gabriele Barone, ambasciatore del re Luigi XII a Venezia, e Stefano Barone sindaco di Lecce nel 1498 e 1514.
Anche a Matino nel passato si sono avuti sindaci Barone e precisamente Lorenzo Barone (1768 e 1778), Giuseppe Barone (1836-1937), Michele Barone (1850-1853 e 1906-1907) e Giuseppe Barone (1879-82, 1885-88, 1900-01).
Due sacerdoti con questo cognome che amministrarono a Matino, Giuseppe e Vitomaria.
Vincenzo Barone fu protagonista nel 1848 di un episodio storico per Matino che lasciò strascichi giudiziari e che lo portarono a condividere il carcere con i famosi patriotti salentini, come il Castromediano e il Poerio, per aver oltraggiato in pubblico un ritratto del re Ferdinando II
BOVE
In cognome Bove è assai antico in Terra d’Otranto ma è presente anche in parecchi citta dell’Italia. Memorie storiche lo vestono di gloria a Feltre dove una famiglia Bove era nota gia nel 1096, nel cui anno tali Armanno e Iacopo presero parte alle Crociate
In puglia il cognome si coprì di gloria a Bitonto dove, per servizi resi agli Angioini, potè aggiungere allo stemma degli avi una K sormontata da una corona.
Già nel Cinquecento si possono trovare le presenze nei nostri paesi: il 22 settembre 1577, tra i padrini presenti a Parabita, leggiamo D. Bernardino Bove.
A Matino il cognome appare per la prima volta, fra i registri parrocchiali, il 10 novembre 1665 con il battesimo di Lucrezia Atonia figlia di Leonardo, della terra di Gallipoli, e di Livia De Giorgio.
Altri nuclei familiari onomini si crearono nel 1721 e nel 1726 provenienti rispettivamente da Nardò e Poggiardo.
È però la famiglia che si origina nel 1787 che ha sviluppo demografico più importante ei l cui capostipite arrivò da Racale che aveva sposato Saveria Mauro.
In Racale la famiglia aveva goduto di un certo prestigio se si tiene conto della nonna di Domenico (della quale per altro portava il nome) Domenica Raschione, apparteneva a una famiglia che aveva dato a Racale sacerdoti e sindaci.L’antenato più remoto a cui si può risalire è Antonio Bove che, originario di Melissano, sposò a Racale Margherita Francioso e morì nel 1714 all’età di 45 anni circa
CAGGIULA
Gerard Rohlfs riporta il cognome Caggiula derivato dal talentino caggiola= piccola gabbia, mentre P. Stomeo lo confronta con i cognomi presenti nel catalogo telefonico greco Kaghiulis e Kaghiulas.
Il cognome arrivò da parabita nel 1644, proveniente dalla terra di Melpignano, con Sabatino Caggiula che sposò con Caterina Andriaco della terra di Parabita. La famiglia doveva avere un posto preminente nel “ceto civile” viste le numerose testimoniaze presenti nei documenti storici di Melpignano.
A Matino, un immigrazione di Caggiula, proveniente da Parabita, si ha con Sabatino che rimasto vedovo da Atonia De Nuzzo che aveva sposato a Castrano e della quale aveva avuto un solo figlio, si era risposato a Matino nel 1720 con Prudenza Negro ma aveva vissuto ancora a Parabita sinchà nel 1732, probabilmente per motivi di lavoro, si trasferì a Matino per restarci defitivamente.
La nuova famiglia si seppe inserire sul territorio in modo produttivo e tutti i figli si integrarono in maniera duratura nel nuovo paese, sposando donne del posto e dando cosi origine a tutti i nuclei Caggiula di Matino che si sono poi ramificati nei tre secoli successivi.
CAPUTO
Appellativo del significato di “uomo di grossa testa” equivalente anche a “uomo di grosso cervello” il cognome Caputo è frequente in tutta Italia.
A Matino il cognome Caputo appare nei registri parrocchiali in tre epoche: una prima volta nel 1577, ma è un apparizione sporadica che non è determinante per la stabilità del cognome; una seconda nel 1677 con Francesco Caputo, proveniente da Lecce, sposo Francesca Grasso, e una terza volta con un nucleo, proveniente da Taurisano, che ha dato inizio alla genealogia di Matino
Il capostipite matinese fu Leonardo che aveva sposato nel 1671 Caterina Caruso di Matino. Al figlio Tommaso (1682-1752) nasce Nicola che sposa Lazzara Romano.
Contadini per tradizione sappiamo, dal catasto Onciario del 1744-1750, che Nicola “abita in casa propria strada dettali liani … possiede stuppelli 3 di terra vineata con olive e casella dentro loco detto Paura”