CHIESA MATRICE
La matrice è la chiesa più importante del paese non solo per l'ampiezza delle proporzioni e l'eleganze della linea, ma anche per la sua origine e la sua storia. L'edificio sacro e la popolazione di Matino sono infatti strettamente legati fra loro: la chiesa Porta il nome di S. Giorgio al pari della contrada dove si arroccò il primo nucleo dei matinesi, e, quand'essa divenne insufficente a contenere i fedeli, i matinesi non mancarono di ricostruirla o ampliarla secondo il bisogno e sempre nello stesso luogo. La scelta del Santo Protettore fa collocare la sua origine intorno al mille, al tempo cioè in cui si introdusse l'usanza di dedicare a qualche santo chiese, città, terre e castelli del Regno; inoltre, il nome specifico di S. Giorgio, martire guerriero, dice chiaramente che i primi abitanti vollero affidarsi a questo celeste avvocato, non tanto per essere confermati nella fede cristiana, quanto per essere difesi dai continui assalti portati dai Saraceni.
CHIESA DELLA PIETA'
Nei secoli XVI-XVIII le confraternite o corporazioni ecclesiastiche di laici contribuirono al rinnovamento della vita cristiana per mezzo di speciali opere dirette al culto: presenza alla messa, venerazione al SS. Sacramento e suffragi; o ispirate alla carità e beneficenza: soccorso dei poveri, assistenza ai confratelli infermi, dotazione delle ragazze povere. per esigenze associative e organizzative ogni confraternita aveva, a seconda la sua importanza e sviluppo, un altare, una cappella, una chiesa in cui svolgere le sue pratiche religiose, e possedeva pure un luogo in cui radunarsi sotto la guida di un capo o priore.particolare importanza assunse a Matino la Confraternita della Pietà. Nel breve giro di tre anni la confraternita ebbe un tale incremento nel numero di iscritti, nelle opere di pietà e nella stima dei fedeli che, per mezzo del suo attivo priore D. Giuseppe Del Tufo e dell'assistente Don Giacinto Cometa, in data 20 maggio 1640 ottenne la comunione di tutti i privilegi concessi dai Pontefici all'Arciconfraternita romana della beatissima Vergine del Suffragio ( Pietà), la quale era sorta per dare sepoltura ai cadaveri abbandonati nelle campagne. Per Matino tale aggregazione fu un successo di grande portata, sviluppò nuove forme di pietà e carità cristiana, incrementò pian piano la vita associativa non solo fra gli abitanti ma anche tra il nostro paese e quelli vicini. All'interno della chiesa vi è un altare maggiore, un'altro posto sul lato destro sotto l titolo di S. Maria dei sette dolori, in sacrestia un'altro dedicato alla Natività della Madonna, ed un ultimo altare intitolato all'Immacolata Concezione, a S. Donato e a S. Lucia. L'edificio in realtà venne eretto prima della costituzione della Confraternita e di esso si presero inizialmente cura le più nobili famiglie di Matino. Anni dopo si pensò di ornare la chiesa con affreschi decorativi. I dipinti non hanno un grande valore artistico, ma per la vivacità dei colori e la grandiosità di alcune composizioni suscitano l'attenzione del devoto osservatore. Nell'abside domina l'affresco di Cristo Re. Nell'ampia volta, divisa in numerosi scomparti, sono raffigurate scene bibliche con al centro la maestosa figura dell'Eterno Padre. Costruita in periferia, la chiesa venne raggiunta dalle nuove abitazioni sulla fine del seicento, e fu collegata al paese con un portico molto suggestivo noto come Arco della Pietà: è una specie di atrio a pianta quadrangolare che per un lato si accosta alla chiesa della Pietà mentre gli altri tre sono liberi. Attualmente la statica della costruzione è messa in pericolo da non poche lesioni e dall'umido invadente: si richiedono perciò immediati restauri a questo glorioso edificio su cui i matinesi hanno scritto pagine della loro storia e della loro fede
CHIESA DELL'ADDOLORATA
La costruzione della Chiesa dell'Addolorata ebbe inizio nel 1738, come affermano i documenti e come si legge sull'arco centrale della volta, ma fu completata dopo il 1754. Aveva forma rettangolare e un solo altare su cui si poteva ammirare una tela con dipinta la Pietà. Essendo il piano interno sottoposto di circa un metro al piano della strada, tutto l'edificio fu invaso dall'umidità, sicché all'inizio del secolo si sentì il bisogno di procedere a opere di restauro e rifacimento. Si cominciò a demolire l'altare, si spinse di alcuni metri il muro perimetrale di fondo, e, su sette nuovi pilastri, congiunti fra loro prima da semplici archi e poi da ricca cornice, si impostò la calotta absidale. Il pavimento, portato all'altezza del piano stradale, fu realizzato con lastre di marmo;venne ricostruito l'altare maggiore con marmi pregiati e furono aggiunti altri due altari in onore di S. Luigi e dei Santi Medici. A conclusione dei lavori fu smontato dalla facciata il Calvario in pietra e si aprì al centro l'attuale porta maggiore. Non si poteva, tuttavia, tralasciare una decorosa rappresentazione del titolo della chiesa: a ciò provvide un arista fiorentino che pitturo un'originale e splendida figura del Calvario
CHIESA DEL CARMINE
Oggi la chiesa è a pianta rettangolare con l'altare maggiore in stile barocco fiorito: ciò costituisce una novità per Matino, poichè nelle altre chiese la preponderanza dell'elemento classicheggiante esclude quasi del tutto l'abbondanza decorativa degli stucchi. Il portale e il rosone sono ritratti con motivi presi dal repertorio salentino dell'epoca bizantina-normanna. Si tratta di elementi decorativi assai comuni negli altri edifici pugliesi. In sacrestia desta una certa curiosità un affresco rappresentante la Pietà: il dipinto e' datato al 1613, è tozzo nel disegno, pesante nei colori; tuttavia è assai interessante, perchè riflette anchesso l'icografia tardo bizantina del salento. Evidentemente l'artigiano avrà voluto copiare più o meno fedelmente qualche antica immagine delle cripte o delle cappelle di rito greco.
CHIESA DEL ROSARIO
Lo stile della facciata e della struttura interna è classico, ma possiede elementi decorativi che preludono al barocco. Il restauro degli altari è piuttosto ingenuo e artificioso; la pittura superficiale è realizzata con disegni di finti marmi. Dietro l'altare due dipinti di media dimensione circondano una rappresentazione più grande della Madonna del Rosario. La chiesa, rimasta per lungo tempo chiusa al culto, fu adibita a deposito di legname
CHIESA DEL CROCEFISSO
La chiesa del crocefisso è databile alla fine del seicento. Probabilmente essa assorbì i due oratori preesistenti di S. Eligio e S. Antonio Abate; in essa sono infatti presenti due altari: il principale dedicato al Crocefisso ed il secondario intitolato a S. Antonio Abate, a S. Eligio e a S. Marina. Nella seconda metà dell'800 la chiesetta fu alquanto trascurata al punto che il vescovo la dichiarò interdetta al culto nel 1893. Nello stesso periodo il Comune abbatté una parte della Chiesa, ritenuta pericolante, e vendette i restanti locali.Il Comune riteneva che gli edifici pubblici passano di proprietà pubblica nel momento in cui viene meno il fine per cui vennero eretti. Il vescovo, appellandosi al prefetto, rivendica la proprietà di tutti i beni, compresa l'intera area della Chiesa del Crocefisso. Sta di fatto che i locali della Chiesa passarono a diversi proprietari, finché per le cure di generosi cittadini matinesi, la Chiesa fu riscattata e ricostruita sulla stessa superficie e venne. restituita al culto verso il 1950. Oggi sulla parete di fondo si può ammirare un recente mosaico di scuola vaticana che rappresenta la Cena del Leonardo di buona fattura artigianale. Delle antiche opere d'arte si conserva solo un quadro di medie dimensioni, ritenuto un vero capolavoro di pittura seicentesca. Si tratta di un busto di S. Pietro da attribuire alla mano di Francesco Fracanzano. La figura ha espressione dignitosa e sguardo profondo: le ciglia leggermente arcuate conferiscono al volto una certa severità, ma la fronte spaziosa e la barba fluente ridonano solennità a tutto l'insieme.