MATINO
- SAN GIORNGIO-
San
Giorgio Martire
Secondo la «prima»
leggenda e i successivi ampliamenti, fin dalla concezione San Giorgio
è predestinato a grandi cose; la sua nascita porta grande gioia
ai genitori Geronzio, persiano, e Policronia, cappadoce, che lo educano
religiosamente fino al momento in cui entra nel servizio militare.
La data della nascita
sembra doversi fissare verso il 280 tenendo presente la data della morte
(303) ed il risultato dell'esame scientifico delle ossa appartenenti
ad un individuo poco più che ventenne.
Circa il nome, Giorgio
di Cappadocia non è da confondere con altri omonimi, né
con i vari Gregorio, e l'etimologia del termine (= agricoltore) ha dato
luogo ad originali commenti dell'analogo brano evangelico (Io. 15,1-7).
Il nome tra il IV e il V sec. si diffuse in Oriente, tanto che fu poi
portato da diversi sovrani della Georgia e successivamente dell'Inghilterra,
nazioni poste sotto la protezione del megalomartire.
La sua professione
di militare sembra derivare dalla identificazione con il tribuno che
strappò l'editto di Galerio contro i cristiani in Nicomedia.
Il martirio avviene
sotto Daciano imperatore dei Persiani (che però in molte recensioni
è sostituito da Diocleziano, imperatore dei romani), il quale
convoca settantadue re per decidere le misure da prendere contro i cristiani.
Giorgio di Cappaocia, ufficiale delle milizie, distribuisce i beni ai
poveri, e, davanti alla corte, si confessa cristiano; all’invito
dell’imperatore di sacrificare agli dei si rifiuta ed iniziano
le numerose e spettacolari scene di martirio. Egli viene battuto, sospeso,
lacerato e gettato in carcere, dove ha una visione del Signore che gli
predice sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre la resurrezione;
quindi ha la meglio sul mago Atanasio che si converte e viene martirizzato.
Tagliato in due con una ruota irta di chiodi e spade Giorgio risuscita
convertendo il magister militum Anatolio e tutte le sue schiere, che
vengono passate a fil di spada. A richiesta del re Tranquillino, il
santo risuscita diciassette persone morte da quattrocentosessant’anni,
le battezza e le fa sparire; entra in un tempio pagano e con un alito
abbatte gli idoli. L’imperatrice Alessandra si converte e viene
martirizzata; l’imperatore lo condanna nuovamente a morte, ed
il santo prima di essere decapitato, implora da Dio che l’imperatore
ed i settantadue re siano inceneriti; esaudita la sua preghiera Giorgio
si lascia decapitare promettendo protezione a chi onorerà le
sue reliquie.
La leggenda della
fanciulla liberata dal drago per opera di Giorgio sorse successivamente;
sembra che il racconto di tale episodio sia nato, al tempo dei Crociati,
dalla falsa interpretazione di un’immagine dell’imperatore
Costantino che si trovava allora a Costantinopoli. La fantasia popolare
ricamò sopra tutto ciò, ed il racconto, passando per l'Egitto,
dove S. Giorgio ebbe dedicate molte chiese e monasteri, divenne una
leggenda affascinante la cui diffusione fu probabilmente facilitata
anche da una scena (di cui un esemplare si trova ora al Louvre) raffigurante
il dio Horus, purificatore del Nilo, cavaliere dalla testa di falco,
con uniforme romana, in atto di trafiggere un coccodrillo tra le zampe
del cavallo. Inoltre, la qualità dei supplizi richiama la leggenda
greca di Perseo e di Andromeda, e la celebre storia del drago senza
il quale non possiamo immaginare la figura del Santo, si legge con tutti
i suoi particolari nel Martirio di S. Teodoro