MATINO -
IL DIALETTO -
LA GRAMMATICA DIALETTALE
MATINESE
Rispetto alla lingua
italiana, l'idioma matinese presenta un consonamtismo che in parte è
in comune con altri dialetti meridionali, in parte mostra caratteristiche
particolari.
1. Il gruppo ll
si muta in una doppia gengivale: bella diventa beddhra
2. La dentale semplice
e sempre dura: pete ( piede), nutu ( nudo) nnutu (nodo)
3. La velare sorda
si conserva: puteca ( bottega) e fatica, mentre nel leccese tende a
cadere ( putea , fatia); anche la velare sonora diventa sorda: caddhruzzu
( gallo), invece nel leccese si ha jaddurzu; lo stesso si ha quando
la velare e seguita da R: cradine ( grandine) e crestu ( agreste) mentre
nel lecceere si ha randine e riestu
4. Il gruppo nd
è quasi sempre assimilato in nn: ritenne ( ridendo); gl diventa
j: aju ( aglio); alc, lz e str si addolciscono rispettivamente in agg,
zze, sc: cagge ( calce) e fagge ( falce), m’azzu ( mi alzo), zezzu
( geloso) e mesciu ( maestro)
Poi si deve notare
che il dialetto matinese:
preferisce la metasti
della consonante r. fabbaru ( febbraio), purgissione ( processione),
grolia ( gloria)
per motivi di armonia
evolve la consonante iniziale v in b semplice o doppia: si ha vecchia
e finc’a bbecchia;
premette le consonanti
n o m quando la parola precedente termina per vocale: nu mme ne curu
( non me ne curo) ài ndemuratu ( hai tardato)
nell’articolo,
semplice o con preposizione, può prendere la consonante iniziale:
a vecchia ( la vecchia), rretu a chiesa ( dietro la chiesa), a via tu
puzzu nou ( la via del posso nuovo)
fa uso frequente
dei diminutivi in eddru, iddhru e teddhru: pecureddhru ( agnello), fiuriddhru
( fiorellino) caprateddhru ( capretto)